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Il tarallo 'nzogna e pepe

Un buco intrecciato di bontà, ecco cos’è il tarallo napoletano!

Meno conosciuto dell’ottimo “cugino” pugliese, il tarallo napoletano è lo snack per eccellenza da offrire agli amici o da godersi da soli quando ci assale un improvviso languore (ma anche senza questo richiamo fisiologico, eh?!…).

Come molti cibi goduriosi, pare che il tarallo napoletano nasca nel ’700 da un’esigenza dei fornai di non sprecare rimanenze della panificazione, il cosiddetto “sfriddo”, cioè i ritagli della pasta di pane cui aggiungevano sugna e pepe, creando così una mini ciambella friabile.

Le mandorle intere, massimo quattro, sono state aggiunte a partire dall’800.

“Pasto” dei poveri che usavano inzupparli nell’acqua di mare: la sugna con il suo apporto di calorie forniva sostentamento…

Due sono stati i grandi “tarallari” napoletani: Fortunato Bisaccia e Leopoldo Infante, che negli anni ’40 codificò la ricetta e la cui tradizione è ancora oggi portata avanti dal pronipote Leopoldo e altri membri della sua famiglia. Oggi la tradizione continua e si evolve, perché il tarallo “si porta”: è di moda goderselo sorseggiando un aperitivo (o un più classico vino) e Leopoldo Infante  “gioca” con la ricetta originale insaporendo il tarallo con i prodotti del territorio: pomodorino del piennolo giallo, genovese, friarielli

Se siete a Spaccanapoli, precisamente in via S. Biagio dei Librai, fermatevi nella minuscola Taralleria Napoletana, ammirate la lavorazione del laboratorio a vista, perdetevi tra i profumi degli ingredienti freschissimi e… assaggiateli tutti!

Luoghi

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Taralleria Napoletana di Leopoldo Infante foto Taralleria napoletana ftd

Taralleria Napoletana

Spaccanapoli
Via San Biagio dei Librai, 3
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